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La presenza di pappagalli a Genova è tutt'altro che rara. Ci sono colonie anche in via Pozzo e a Castelletto. Si tratta di esemplari fuggiti negli anni passati e che incredibilmente hanno trovato a Genova un habitat compatibile per riprodursi.
Scritto da: radiowaves | 01/02/08 a 10:46
Già, confermo quanto sopra.
I suddetti pappagalli sono probabilmente gli stessi che spesso mi capita di vedere nei giardini Rocco Piaggio o a Villa Croce.
Miracoli del riscaldamento globale!
Scritto da: Riccardo Pavia | 13/02/08 a 21:41
io li ho avvistati tra gli alberi in cima le caravelle di piazza vittoria
Scritto da: Alessandro | 08/04/08 a 19:06
Si, anche io lo vedo a Pavia, non solo in zona universttà, ma anche in zona Minerva... anche io sono rimasto di stucco.....pensavo che fosse causa del riscaldamento, siamo messi proprio male! Tra qualche anno vedremo anche le scimmie sugli alberi!!!
Scritto da: claudio | 19/10/08 a 18:19
Adesso sono in zona S.Fruttuoso...!
Scritto da: A.B. | 23/10/10 a 12:20
Per la verità n molte città italiane sia del nord che del sud ci sono colonie di pappagalli, anche piuttosto prosperose.
Genova, fra queste città, è in pole position, visto che conta ben tre specie nidificanti diverse: il parrocchetto dal collare, di gran lunga il più comune, molto chiassoso e presente in gruppi di decine di individui un po' ovunque in tutti i quartieri cittadini nei quali ci sia un po' di verde; il parrocchetto monaco, le cui colonie invece si sono parecchio ridotte di numero negli ultimi anni (forse per competizione con il parrocchetto dal collare, più grande e aggressivo); e, udite udite, addirittura qualche coppia nidificante di Amazzone fonte azzurra, classico grosso pappagallo parlante comunemente allevato e venduto a caro prezzo.
Personalmente, negli anni, ho osservato molte volte tutte queste specie.
Probabilmente le Amazzoni sono gli unici fra questi ad essere fuggiti alla cattività, e infatti sembra che siano un'esclusiva di Genova; le altre due specie, invece, sono diffuse in molte città europee, anche parecchio a nord dell'Italia (infatti il riscaldamento globale non c'entra un bel niente, si tratta semplicemente di specie resistentissime al freddo e molto adattabili), e molto probabilmente originano da nuclei vecchi di molti decenni, che hanno migrato da una città all'altra. Le prime osservazioni dei parrocchetti monaco risalgono addirittura ai primi anni '50.
Infine una nota: pur osservando parrochetti dal collare praticamente in continuazione sul territorio cittadino, non ne ho mai visto nemmeno uno fuori città. Molto probabilmente, per qualche motivo, la loro presenza è strettamente legata a quella dell'uomo (e forse a quella di certe piante da giardino esotiche dei cui frutti si nutrono, per esempio le palme), per cui i nostri ambienti naturali hanno ben poco da temere da questi splendidi volatili.
Scritto da: Domenico | 22/07/11 a 21:31